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2001, il
fatidico 11 settembre...
Erano le 6 del
mattino dell’11 settembre 2001, eravamo da poco atterrati con un volo in arrivo
da Lima all’areoporto di New York e, come molte persone in transito in questo
importante scalo aereo degli Stati Uniti, avevamo prenotato una stanza in uno dei
tanti hotel vicino all’areoporto. Avevamo infatti pianificato le nostre vacanze
in modo da poter sfruttare l’intera giornata di sosta a New York per visitare
la città prima di prendere il volo di rientro in Italia.
In giro c’erano
ancora poche persone, vista l’ora... tutto era molto tranquillo e nulla faceva
immaginare quello che sarebbe successo poco più tardi.
Decidemmo di tenere
le valigie con noi e ci avviammo verso la zona dei taxi. Arrivati in albergo
andammo in stanza per lasciare i bagagli e fare una ricca doccia per toglierci
da dosso la stanchezza del volo notturno. Viaggiare in classe economica non ti
consente di dormire, almeno personalmente riesco giusto ad appisolarmi per
brevi periodi. Eravamo ormai pronti per uscire, volevamo fare il giro della
città in elicottero per vedere il panorama della città dall’alto quando,
guardando fuori dalla finestra della stanza, notammo del fumo uscire da una
delle Twin Towers visibili ad occhio nudo dall’albergo. Incuriositi provammo ad
accendere la TV per vedere se i notiziari davano informazioni su quanto stava
accadendo, le stavano dando eccome... in fretta e furia lasciammo la camera decisi
a prendere il primo volo disponibile per l’Europa, pagammo l’albergo e chiedemmo
al primo taxista disponibile di portarci al JFK ma era troppo tardi tutto era ormai
nel caos e gli aereoporti chiusi...
Rientrati in albergo
richiedemmo nuovamente una camera, ma nel frattempo l’hotel si era riempito e
solo nel pomeriggio riuscimmo ad averne una disponibile allo stesso prezzo dopo
che l’albergatore, molto furbescamente, aveva
tentato di darcela ad un prezzo maggiorato...
Iniziò così una
settimana di passione passata nella trepida attesa di notizie certe su quanto
stava realmente accadendo nel paese.
In albergo si
respirara un’aria piuttosto pesante e parlando con gli altri ospiti dell’hotel era
evidente l’insicurezza ed il malessere nel quale tutti stavamo vivendo quei
momenti.
Mi sembrava di essere
ritornato al periodo delle “stragi” in Italia, cercai così di incoraggiare i
miei compagni di sventura dicendo loro che uniti e sostenuti dalla forza di volontà
di tutti, si poteva sconfiggere il terrorismo, non dovevamo farci sopraffare
dalla paura e dal panico, fosse facile...
Elda era abbastanza tranquilla,
ogni tanto andavamo in aereoporto per capire se e quando i voli verso l’Europa
sarebbero ripresi, ma le notizie erano incerte e contrastanti, un momento ci
dicevano che a breve avrebbero ripreso a volare, subito dopo ci dicevano che era
tutto bloccato a tempo indeterminato... nel frattempo fortunatamente eravamo
riusciti a comunicare con l’Italia ed avevamo avvertito tutti che nonostante
tutto noi stavamo bene...
Ancora oggi è
impressa nella mia mente la scena che vedemmo quella mattina dalla stanza dell’hotel...
la torre che fumava e subito dopo le prime notizie che indicavano molti morti e
feriti, centinaia, forse migliaia di persone inermi colpite da terroristi vili
ed incapaci di distinguere la differenza tra una contestazione democratica e gli
atti di ferocia e di viltà che contraddistinguono un attentato contro persone colpevoli
solo di essere lì a vivere la propria quotidianità...
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