2012 la nuova crisi economica...
Dopo due anni nei
quali ci hanno continuato a dire che la crisi era solo un problema degli altri
paesi europei, dei paesi più deboli come Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna,
che la nostra economia e le nostre banche erano solide, che la disoccupazione
da noi era molto al di sotto della media europea, insomma che se crisi c’era
era solo dovuta ai quotidiani che continuavano a gufare per riempire le pagine
dei giornali ed ai cittadini che si ostinavano a risparmiare e non a spendere
bloccano così la crescita, senza consuminso, secondo questi saccentoni, il
paese non poteva che andare in recessione, ma come faceva la gente a spendere
se perdeva il posto dilavoro? Ora si sono accorti che l’Italia è in linea
testamentaria subito dopo la Spagna, che un giovane su tre da noi non trova
lavoro, che migliaia di imprese stanno chiudendo ogni giorno e che centinaia di
migliaia di persone sono rimane senza lavoro e si trovano nell’impossibilità di
mantenere la propria famiglia. C’è chi sta peggio di noi ma non sempre mal
comune vuol dire mezzo gaudio... se la Grecia e la Spagna piangono e le loro
banche vengono prese d’assalto dai cittadini in preda al panico e terrorizzati
pensando che potrebbero da un momento all’altro trovarsi senza soldi e senza
lavoro, l’Italia e la Francia non ridono perchè se la Grecia, dove a giugno
verranno ripetute le elezioni visto che quelle fatte da poco non hanno permesso
di creare un governo in grado di traghettare il paese fuori dalla crisi, esce
dalla comunità europea io credo che l’effetto domino è inevitabile ed a seguire
Spagna, Italia e Francia, una dopo l’altra faranno flop e resterà in piedi la
sola Germania, ma che farà da sola se non ci sarà più nessuno in grado di
acquistare i suoi prodotti? Non a caso anche
la forte Germania non ride più di tanto e le ultime votazioni hanno dato un
bell'altolà al suo premier... forse si dovrebbero riconsiderare i debiti dei
paesi della comunità, ripianificare i termini di rientro dagli stessi e tenere
più in considerazione la necessità di spronare la crescita in modo da
permettere alle famiglie, non dico di vivere al di sopra delle loro
possibilità, ma di avere un pò più di denaro da spendere per rimettere in moto
l'economia. Chi ha perso il lavoro ha perso tutto, inclusa la possibilità di
mantenere moglie e figli e chi il lavoro l'ha ancora si è visto ridotto di non
poco il valore del proprio salario. A mio parere non possiamo e non dobbiamo
tornare indietro in termini di tenore di vita ma andare avanti per far sì che
tutti e sottolineo tutti, possano vivere sereni, in pace e decorosamente. Credo
che paesi come il nostro debbano puntare e spendere il maggior numero di
risorse possibili non solo in termini economici ma soprattutto umani, non a caso
i cervelli migliori sono nati sia nel passato ma anche nel presente nel nostro
paese, nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie che ottimizzino al
massimo le risorse del pianeta e puntino sull'utilizzo di sola energia pulita. Questo
pianeta va salvato non solo per i cittadini UE ma per i cittadini presenti e
futuri della nostra povera e bistrattata Terra. In questi anni gli inglesismi
sono entrati nella lingua italiana sempre in modo più diffuso ed abbiamo imparato
anche termini sconosciuti anche per chi l’inglese lo ha studiato sui banchi di
scuola, come l’ultimo che è diventato croce e dolori per molti: “spread”. Lo spread
è la differenza di interessi pagati dagli stati per finanziarsi sul mercato
rispetto a quanto paga il paese oggi più forte economicamente della UE: la
Germania. Le banche sono le detentrici della maggior parte dei debiti dei paesi
di tutto il mondo e le banche, essendo quotate in borsa, subiscono le
difficoltà economiche dei paesi che hanno il maggior debito nazionale come
Grecia, Spagna ed Italia. Ma paesi più virtuosi come la Francia nonostante non
hanno il proprio debito pubblico così alto come quello italiano, hanno le
proprie banche esposte per milioni di euro in quanto hanno le proprio
portafoglio molti titoli greci considerati oggi “spazzatura” in quanto il
governo greco non è in grado di ripagare il proprio debito. Le difficoltà delle
banche si ripercuotono direttamente sugli utenti delle banche che sono le grosse
imprese ma maggiormente quelle piccole e gli artigiani. Questo fa sì che molte
banche rifiutano i prestiti necessari alle aziende per gestire le proprie
attività con la conseguenza “nefasta” che molte sono costrette a chiudere
lasciando a casa il proprio personale che a sua volta, non disponendo più della
copertura dello stipendio, necessariamente taglia tutte le spese possibili,
rinunciando non solo alle vacanze ma riducendo anche gli acquisti in generale
ed ultimamente anche il settore alimentare evidenzia una notevole riduzione del
proprio volume di affari. È di fatto una situazione veramente critica ed il
paese rischia di implodere. Cosa fare... a mio avviso, innanzitutto, si dovrebbe
cominciare a pensare ad una Europa reale non solo nel nome ma nei fatti. Non è
più sufficiente avere solo una moneta unica, anzi questo fatto in alcuni casi è
stato controproducente, è fondamentale che i governi dei paesi facciano un
passo indietro e piano piano spariscano dando sempre più poteri ad un unico
governo centrale. Le grandi scelte di crescita economica e finanziaria, ma
anche nei settori relativi alla salvaguardia della natura, non devono e non
posso essere oggi prese dai singoli paesi ma unitariamente da un governo che
rappresenti tutti i cittadini UE. Deve esserci una banca centrale europea che
coordina tutte le banche periferiche, deve esserci un presidente che sia il
presidente di tutti. Inoltre non ha più senso che ci siano eserciti in ogni
paese, ma deve sserci un unico esercito, non ha senso che ognuno pensi solo per
sè e per il proprio paese, il nostro paese è e deve essere l’Europa. O crediamo
veramente in essa o tanto vale che si torni al medioevo. Immaginiamo quanti
sprechi inutili abbatteremmo con un governo unico dell’Europa, immaginiamo
quanta forza e sicurezza dimostreremmo sui mercati internazionali, e non solo...
pesate a come potremmo orientare anche le scelte degli altri continenti, noi
rispettiamo certi protocolli di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiante in
altri paesi come India e Cina ma anche negli USA non è che vadano molto per il
sottile. Localmente è sufficiente che rimangano comuni e regioni per gestire il
territorio e le necessità spicciole della gente, il resto deve essere fatto unicamente
in sede europea. Non è e non deve essere considerata utopia, ma una conquista dei
cittadini di tutta Europa. Non possiamo dire la Grecia esce dall’ Europa “pace
all’anima sua”, non possiamo dire la Spagna o l’Italia vanno a picco “pazienza”,
se vogliamo salvare il futuro dei nostri figli e nipoti dobbiamo rimboccarci le
maniche e remare tutti verso un unico obbiettivo la costruzione di un unico
stato che includa tutti i paesi che gravitano su questo continenente “l’Europa”.
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